(Teatro dei Conciatori – Roma, 26/31 gennaio 2016)
Al Teatro dei Conciatori, in una atmosfera decisamente da Off-Off Broadway, Nadia Perciabosco ci racconta in maniera più comica che tragica il suo rapporto personale con il Buco che incombe sul fondo della scena, essenziale e fagocitante, minaccioso ma anche ammiccante. Ma il Buco in effetti che rappresenta? Sicuramente, pur percependolo, sfugge a qualsiasi effettiva definizione in quanto è tutto e niente allo stesso tempo, è bianco o nero a seconda del nostro punto di osservazione, è oggettivo e soggettivo in quanto ci può far star bene o male a seconda di come lo interpretiamo.
Ecco che la protagonista, in un serrato monologo, ci porta la propria esperienza personale con il Buco, mediante l’utilizzo di un suo singolare stile espressivo, per abbattere il muro invisibile tra realtà e finzione e portare lo stesso pubblico a confessare in pubblico il proprio buco esistenziale.
Ci si trova così ad affrontare una sorta di terapia psicoanalitica di gruppo, uno psicodramma, dove ci si confronta, ci si confessa, parlando delle proprie debolezze e dei propri punti di forza, e ci si conferma il concetto base di teatro/vita: portare in teatro la vita quotidiana e viceversa in uno spazio che diventa luogo comune d’incontro per rappresentare se stessi.
Un gioco drammaturgico spontaneo dove la protagonista diventa anche psicoterapeuta ed il vissuto personale parte integrante della rappresentazione scenica per indagare sull’essenza del Buco che è insito in ognuno di noi.
Ma alla fine si potrà rielaborare il concetto di base e superare il conflitto che agita il nostro essere sin dalla nascita?
In effetti si può, basta soffermarci sull’assioma che tutte le ciambelle riescono con il buco.
data di pubblicazione: 30 gennaio 2016
Il nostro voto:
Mi piace. analisi psicanalitica molto interessante. La proporrò al mio gruppo di analisi.