(Teatro dell’Orologio – Roma, 13 e 16 gennaio 2016)
Se per fare teatro basta sovvertire le normali regole dell’analisi logica e grammaticale, aggiungere qualche allitterazione, scomponendo il “sense per il non-sense”, diciamo allora che lo spettacolo gU.F.O. di Luca Ruocco e Ivan Talarico (produzione DoppioSenso Unico) ha raggiunto e colpito al cuore il pubblico, tra il divertito e il disorientato, ieri sera al Teatro dell’Orologio.
I due alieni sbarcano con astronavi di carta su questa terra per incontrare e catturare benevolmente i terrestri e cercare di alienarli ancora di più dalle loro convinzioni (errate) che li hanno condizionati da sempre. Marx, Newton, Freud e persino Gesù Cristo non sanno più cosa fare in quanto le loro idee, o invenzioni, risultano infondate o sovvertite; persino Dio non sembra esentato da questo scombussolamento generale in quanto addirittura il suo operato creativo viene messo in discussione: ma l’uomo è stato generato da lui o dalle scimmie? Non si sa più che pensare.
Il Gufo Luigino è pure lui un Ufo, con la g davanti, o un essere parlante chiuso nella sua casa con la compagna Marisa e lo spettro di Gianni Barba in attesa di eventi che non si sa quali saranno? Ecco che l’assurdo si materializza in sketch senza soluzione di continuità, quasi a ricordare quella tragicomicità televisiva stile anni settanta volta ad alienare le nostre menti dai problemi reali per farci sorridere un poco e gustare in pieno, senza vergognarci, quella demenzialità divenuta quasi naturale.
Lo spettacolo avanza nell’improvvisazione totale, tra gag intercalate da brevi secondi di buio, con il coinvolgimento diretto del pubblico sulla scena a siparietto e dove ognuno gioca la sua parte, divertito, senza sapere dove si andrà a parare perché qui non c’è copione da seguire o regole di recitazione da osservare: tutto nasce e si esaurisce nel mentre in cui gli stessi gufi non sanno più cosa fare e rimangono ingabbiati nel loro spazio domestico.
gU.F.O. è il primo spettacolo della Trilogia Niente di nuovo sotto il suolo, di cui non si conosce il senso di partenza né l’improbabile filo conduttore che lega le tre diverse situazioni, ma risulta sicuramente interessante questo tipo di comicità surreale che Luca e Ivan portano sul palcoscenico, essenziale nelle scene di Fiammetta Mandich insieme alle maschere dei gufi di Tiziana Tassinari e agli oggetti vari di scena di Stefania Onofrio.
Seguiremo gli altri due lavori in sequenza (illogica) e ne vedremo delle belle…
data di pubblicazione 14/01/2016
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