Romanzo familiare, pochi i personaggi e quasi tutti senza nome, li conosceremo come il Padre, la Madre, lo Zio, la Sposa giovane, l’unico ad avere un nome è il maggiordomo: Modesto.
Inizialmente il continuo passaggio tra la prima e la terza persona narrante, tra il narratore e uno qualsiasi dei personaggi, senza soluzione di continuità può destabilizzare il lettore ma, una volta afferrato il meccanismo, lo trovo assolutamente piacevole e ideale per questo libro. “Il fatto è che alcuni scrivono libri altri li leggono: sa Dio chi è nella posizione migliore di capirci qualcosa” come non essere assolutamente, interamente, totalmente d’accordo con l’autore?
È un romanzo che celebra l’attesa, a cavallo tra la verisimiglianza e l’onirico.
Come concordato la Sposa giovane arriva per unirsi in matrimonio con il Figlio ma lui non c’è, è in Inghilterra per “affari”. Così comincia l’attesa della Sposa, una attesa durante la quale impara a conoscere le abitudini e i segreti di questa famiglia immobile nella sua routine sempre identica che non ammette sorprese, perché questi ritmi ripetitivi danno la sicurezza di un giorno uguale all’altro in quella che sembra essere una eternità fatta di un solo giorno. In questo immobilismo la Sposa giovane viene edotta alla bellezza, alla sensualità, alla seduzione e a un certo punto “tutto le parve sbagliato, o orribile. Squinternata la Famiglia, ………, velleitaria qualsiasi sua frase pronunciata a schiena dritta, stucchevole Modesto, pazzo il Padre, malata la Madre, ignobili quei posti….” Ma, come spesso succede nei libri di Baricco, quando tutto sembra ormai precipitare un finale a sorpresa ci darà modo di capire, di apprezzare, di amare quanto scritto fino a ora.
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