Manhattan Lower East Side. I sei fratelli Angulo vivono in un appartamento separati dal mondo. Non escono, studiano in casa, è troppo alto il rischio di essere contaminati dai pericoli esterni. Il loro padre ha deciso così. L’uomo, seguace del culto Hare Krishna, ha potere assoluto su tutta la famiglia. Tutto ciò che per loro è vita al di là di mura e finestre domestiche, è una trasposizione intelligente di una realtà costruita attraverso la visione di oltre 5.000 film, analizzati con meticolosità ossessiva e replicati all’interno dell’appartamento, con una maniacale ricostruzione di attrezzature sceniche e costumi, realizzati con le proprie mani. La settima arte è l’unico cordone ombelicale con il mondo, una passione fatta di divertimento e professionalità sorprendenti, di straordinaria familiarità con le tecniche di recitazione, regia e scenografia.
Ad un tratto uno dei sei decide di uscire, anche se con una maschera. E’ l’inizio dell’interazione con il mondo ed è l’incontro casuale con la regista Crystal Moselle, ma anche con videocamere, google, mail. È l’illusione del cinema a salvarli e proprio la visione de Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan si muove qualcosa in Mukunda, uno dei cinque maschi, dandogli il coraggio di andare contro gli ordini paterni. La regista esordiente li avvicina a poco a poco, entrando in progressiva sintonia con il nucleo familiare attraverso il comune amore per il cinema, raccontando l’esistenza anomala degli Angulo e la loro graduale acquisizione di una misura di autonomia e autodeterminazione. I sei fratelli dai lunghi capelli neri, dopo anni di prigionia si impossessano delle strade della City, delle spiagge di Long Island, delle rive del fiume Hudson, costruendo la propria identità attraverso anche uno styling forse improbabile ma certamente geniale, un look anni ‘70 da gangster dai toni noir ‘impecable’ senza volerlo.
The Wolfpack, vincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Sundance nella sezione Documentari è un film straordinariamente intelligente. I ragazzi Angulo si raccontano come personaggi da film, reinterpretano i copioni, compiendo un percorso di formazione e di sviluppo, inusuale e temporalmente compresso. E il loro percorso è filmato con rispetto dalla regista che semplicemente ed efficacemente si fa testimone della loro trasformazione in giovani uomini, brillanti, curiosi e riflessivi.
data di pubblicazione 17/10/2015
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