(Roma, Arena Nuovo Sacher – 6/23 luglio 2015)
“Io ci provo ad essere felice. Però non si può essere felici di tutto. Basta esserlo di qualcosa. Quel qualcosa illumina il resto. E siamo salvi.” Questa la filosofia di Giovanni, un adolescente che a scuola tutti chiamano Banana (che è anche il titolo del film) e che invece vorrebbe essere chiamato Il Brasiliano. Un Don Chisciotte under 18 che scorrazza in periferia su un Ronzinante/bicicletta, inseguendo l’amore per la compagna di classe Dulcinea/Jessica. “Non è troppo bella per te? / Non sono mica deforme! – Non è troppo grande per te?/ È solo stata bocciata un po’.” Questo lo scambio di battute che Banana ha con Emma (la brava Camilla Filippi), sua sorella, archeologa disoccupata, una delle persone speciali della sua vita. Banana è paffuto, simpatico, divertente, romantico, sognatore, una schiappa a calcetto. Banana promette a Jessica: “Non è vero che tutti fanno schifo”, e per mantenere la sua promessa è disposto ad andare fino in fondo… ad un armadio. Banana è uno che ci crede, fino alla fine. “Ed è sempre bello sapere che qualcuno ci crede!”, gli dice Emma. A fare da contraltare alla vitalità e alla purezza di Banana il mondo disilluso e mortifero dei grandi, con i volti e le riuscite interpretazioni di Anna Bonaiuto, Giorgio Colangeli, Gianfelice Imparato e Giselda Vodoli, e un paese che sventola una bandiera sfilacciata, con una scuola che perde lettere, pezzi e scommesse. “Non andare. Tu avevi pensieri belli” dice Banana alla sorella. Ma nonostante le sconfitte e la tristezza della realtà, il film non perde grazia e speranza, regalando al pubblico, divertito, un pallone non bucato, delle rose e un italianissimo e interessante viaggio alla ricerca della felicità.
data di pubblicazione 21/07/2015
0 commenti