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LE DONNE AL BALCONE di Noémie Merlant, 2025

(Foto privata)

Marsiglia. Un’ondata di calore estivo obbliga tutti a restare a casa. Tre giovani amiche sul balcone del loro appartamento guardano il prestante dirimpettaio. Ognuna fantastica su di lui. Riescono a farsi invitare a casa sua per un drink serale. Si risveglieranno la mattina dopo con un cadavere. Una situazione delirante…

Rivelatasi come interprete di talento in Ritratto di una giovane in fiamme (2019) Noémie Merlant oltre ad essere attrice in sicura ascesa è passata anche a scrivere e dirigere. Le donne al balcone è la sua opera seconda presentata a Cannes ’24 e alla Festa di Roma. L’intento della regista era affrontare il tema della vulnerabilità femminile e delle violenze sessiste e sessuali contro le donne utilizzando come chiave narrativa la commedia e lo humour dell’assurdo. Un’idea coraggiosa, innovativa, audace e provocatoria che dà luogo ad un film che flirta con generi ed universi cinematografici estremamente vari e diversi fra loro. Il fantastico, il farsesco, l’horror, il thriller, la ghost story, i morti viventi, il gore e lo splatter.

Una combinazione esplosiva ed una scommessa non da poco. La sfida però non riesce a pieno nel senso che lungo il cammino il film si prende troppo sul serio per essere una commedia dell’assurdo e, nello stesso tempo, troppo poco sul serio per essere una dura denuncia della realtà. La narrazione si diluisce infatti in troppi rivoli, la vicenda perde in parte il filo ed il senso narrativo. I personaggi risultano un po’ abbozzati e la sequenzialità della vicenda frammentata. La logica di ciò che si sta osservando si riduce e lo spettatore si ritrova sconcertato in un magma vorticoso. Peccato! Eppure lo spunto era interessante e brillante e la regista ha, a tratti, anche un tocco intenso e lirico. L’incipit del film faceva sperare molto bene. Un misto di atmosfere e rimandi. Luminosità, situazioni e colori forti alla Almodovar, suspense e tensione alla Hitchcock, un tocco disturbante ed agghiacciante alla Dario Argento e infine splatter da horror orientale. Purtroppo la sceneggiatura non ben articolata rende un po’squilibrato e altalenante il lavoro. Si vanifica così parte dell’apprezzabile e coraggioso impegno della Merlant sia come regista sia come interprete ed anche quello delle altre due protagoniste.

Le donne al balcone è quindi senza dubbio un film degno di attenzione e intrigante. Alla regista va riconosciuto il merito dell’intuizione dell’horror al femminile e di un discreto risultato parziale. Per meglio valutarla come regista le andrà offerta una prova d’appello.

data di pubblicazione:19/03/2025


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