Nel gennaio del 1961 uno squattrinato del Minnesota si presenta al New Jersey Hospital dove è ricoverato Woody Guthrie, tra i più conosciuti folksinger americani. In quella circostanza il ragazzo incontra per la prima volta Pete Seeger, grande precursore della musica di protesta e organizzatore del famoso Newport Folk Festival. Da quel momento il giovane, che ora si fa chiamare Bob Dylan, inizierà la sua carriera musicale per diventare l’idolo assoluto di intere generazioni…
Non era nelle intenzioni di James Mangold, realizzare una biografia su Bob Dylan né tanto meno una controfigura che potesse adattarsi al celebre cantante americano. La scelta di rappresentarlo, non certamente casuale, è ricaduta su Timothée Chalamet e non solo per la sua somiglianza fisica con il giovane del Minnesota. Entrambi infatti realizzano una perfetta sovrapposizione di caratteri schivi, ribelli, trasgressivi e nello stesso tempo celebri. Una celebrità per loro giunta forse troppo presto, inaspettata e certamente destabilizzante perché vuole etichettarli, mentre loro stessi preferirebbero rimanere illustri sconosciuti. Senza dubbio il Dylan degli inizi degli anni Sessanta sfugge a qualsiasi definizione perché troppo limitante. Bisogna in questo dare atto al regista statunitense di aver evitato di raccontare minuziosamente una storia che per sua natura poteva risultare incomprensibile o indecifrabile. Il film è quindi musica e solo musica. Ci si concentra sulle prime canzoni scritte per protesta, come atto politico e rivoluzionario, contro un certo establishment, condizionato da eventi di grande portata. L’impegno nella guerra del Vietnam o le sommosse anti apartheid, erano espressione solo di una minima parte dei grandi disagi sociali americani. Il film si conclude con l’indimenticabile partecipazione di Bob Dylan al Newport Folk Festival del 25 luglio 1965. In quell’occasione si esibì per la prima volta con una chitarra elettrica, segnando così un cambiamento radicale nella sua carriera artistica. Mangold parla di Dylan alle nuove generazioni, che non erano neanche nate in quel periodo, e le porta a riflettere sui conflitti sociali di oggi. Chalamet si lascia andare a un’interpretazione magistrale, rimasta in incubatrice per circa cinque anni, per impersonare un mito credibile proprio per le sue contraddizioni. Il protagonista è affiancato nel cast da Ed Norton, nella parte di Pete Seeger e da Monica Barbaro per Joan Baez. Un film veramente bello, da gustare in ogni dettaglio per una musica che non è solo folk, ma tocca anche il genere rock, country e blues. Una musica che bisogna lasciarsi scivolare addosso perché proprio un “Blowin’ in the Wind”. Film da non perdere!
data di pubblicazione:22/01/2025
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