Montreal. Un anziano e celebrato documentarista (R. Gere) ormai prossimo alla fine accorda un’ultima intervista. Presente sua moglie (U. Thurman) rievoca le ragioni della sua fuga in Canada nel 1968 per evitare il Vietnam e svela le sue Verità nascoste…
Schrader a 78 anni appartiene ormai alla Storia del Cinema Americano. Sceneggiatore leggendario e regista discontinuo è passato dai successi ai piccoli film a basso costo. Le sue storie vertono costantemente sulla solitudine, la colpa, l’espiazione e la redenzione. Pur confrontandosi sempre con gli stessi temi non è però mai ripetitivo perché ogni volta ne esamina nuove e diverse sfaccettature.
OH, CANADA è una riflessione sull’imminenza della morte e sui ricordi. Un film crepuscolare ed introspettivo, tanto malinconicamente umano quanto anche politico. Il ritratto di una figura simbolo dei progressisti americani. Un anziano ormai fragile che affronta il proprio declino, le colpe ed i tormenti interiori. La confessione liberatoria ed espiatoria di chi sa di aver abusato della propria immagine pubblica di uomo integro e che è cosciente di aver invece sempre ingannato e mentito e di essere solo un opportunista ed un mediocre. Un egoista che è fuggito davanti alle proprie responsabilità. Sullo sfondo l’America e la generazione degli anni ’60. I movimenti giovanili, le ribellioni culturali e sociali. Gli ideali e le scelte morali ed etiche affrontate o eluse. Il racconto/confessione è articolato su un alternarsi fra Presente e Passato che si fondono, si confondono in modo incoerente. Immagini a colori e poi in bianco e nero. Luci e tonalità che mutano unitamente al formato dello schermo a seconda delle epoche evocate. Volti di oggi che si scambiano con volti di ieri. Un mosaico di immagini non lineari perché molteplici sono i punti di vista, incerti i ricordi e lacunosi i momenti di lucidità dell’intervistato, ripreso nella sua fragilità fisica e mentale.
Il regista trova in Gere il suo giusto alter ego. L’attore è perfetto nel ruolo e ci regala una magnifica e dolente interpretazione. Bravi la Thurman e J. Elordi. Un film classico, falsamente modesto ma anche un film impietoso e difficile, purtroppo monocorde e non privo di difetti. I troppi flash back disorientano il pubblico e non agevolano certo la comprensione del film. Manca la giusta profondità narrativa per dare sostanza alla vicenda. Gli effetti restano troppo in superficie, frammentano il ritmo, non emozionano più di tanto e non consentono allo spettatore di legarsi ai personaggi e di empatizzarne il dramma. OH, CANADA è quindi un piccolo film di breve durata, un autoritratto intimo del regista, di certo ben recitato ma imperfetto. Un’opera minore ma un prodotto minore di un grande cineasta americano.
data di pubblicazione:17/01/2025
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