Un film adrenalinico del genere aereoportuale il cui maggiore pregio è in un ritmo estenuato e senza pause. Che è anche il suo limite. Perché nel film la verisimiglianza sfuma nell’incredulità dei film di fantascienza. Però tira ed ha successo visto è che sul podio delle digitali più viste su Netflix. Scontato che piaccia anche agli italiani contaminati dall’atlantismo.
Già vista la parabola dell’uomo mediocre, maltrattato sul posto di lavoro per proprie deficienze e omissioni che alla fine, preso e intruppato in un gioco più grande di lui, si riscatta e si erge a eroe salvando il Paese (ovviamente gli Stati Uniti) da una catastrofe di contagi. La Russia è il nemico giurato anche se c’è ambiguità nel distinguere i nemici. L’aspetto affascinante è l’ambientazione alla vigilia di Natale a Los Angeles, tra metal detector e servizi bagagli. Chiamato a chiudere tutti gli occhi al passaggio di una valigia pericolosa il nostro protagonista si ribella. Perdoniamo tutto, anche l’ascesa su un aereo in corsa e corse frettolose verso la salvezza dell’umanità. Un troppo che sa di successo ma del resto il regista è uno specialista dei road movie e non si fa pregare per spendere l’abbondante budget di produzione. Egerton ha un viso simpatico ed è attore di riconosciuta crescita. I cattivi sono cattivissimi ma il ballo c’è la difesa della fidanzata da una possibile vendetta uccisoria. E dunque c’è da buttare il cuore oltre l’ostacolo con una disponibilità da decathleta. Così alla fine l’anonimo impiegato si conquisterà la stella entrando in polizia per riconosciuti meriti nazionali. Lo spoiler era promesso nel logico happy end dove i buoni si affermano e i cattivi vanno giustamente all’inferno mentre gli spettatori rimangono vispi di fronte a tanta tensione.
data di pubblicazione:08/01/2025
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Condivido quanto c’è da “perdonare” in questo film ben nutrito di luoghi comuni, tra corse forsennate e bombe da disinnescare a due secondi dallo scoppio. L’ambientazione natalizia, in effetti, fa la differenza. La scena della colluttazione in auto tra la detective della polizia e l’agente impostore appena smascherato, a più di cento chilometri orari e sulle note di “Last Christmas”, da sola -forse – vale il film.
Grazie, Daniele.