Dopo pochi mesi dalla caduta dello scià e dall’inizio della rivoluzione khomeinista, la professoressa di letteratura inglese Azar Nafisi e il marito tornano in patria. Sono fiduciosi che la storia del paese cambierà in meglio e Azar è piena di entusiasmo nell’iniziare i propri corsi presso l’università di Teheran. Ben presto si accorgerà che il regime islamico degli Ayatollah avrà un atteggiamento molto ostile. Rigido verso l’emancipazione delle donne e verso ogni riferimento alla cultura occidentale, intesa come contraria alla decenza e alla fede religiosa…
Eran Riklis è un regista israeliano e quindi addentro le problematiche, non poche, del suo paese. Tuttavia in questo lavoro riesce perfettamente a rendere ciò che significa vivere in Iran dopo l’avvento della rivoluzione. Il film è tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Azar Nafisi, scritto dopo la sua fuga, insieme alla sua famiglia, negli Stati Uniti. Riklis fa un’analisi cruda dell’atmosfera cupa in cui vivevano, e ancora vivono, le donne in quella realtà. Azar (Golshifteh Farahani) insegna all’Università e cerca in tutti i modi di far appassionare i propri studenti alla letteratura contemporanea di lingua inglese. Mentre gli uomini accettano malvolentieri i suoi suggerimenti, ritenendoli contrari ai principi religiosi islamici, le donne invece approvano con vero trasporto quegli autori stranieri. La lettura di quei libri, nonostante proibita e condannata perfino con la pena di morte, sarà per loro una forma di ribellione al regime.
Leggere Lolita a Teheran sarà anche un atteggiamento di emancipazione dalla cultura maschilista che vieta alle donne ogni forma di espressione. Azar sarà costretta a lasciare l’Università e a continuare il suo insegnamento a casa con le sue allieve più promettenti. Leggere Nabokov o Jane Austen, rischiando la propria vita, diventa così l’unico modo per sopravvivere a tutte quelle forme di violenza alle quali vengono sottoposte. Convinte della incapacità di ritornare alla normalità, a loro non resterà che fuggire verso paesi dove la libertà di pensiero è diritto irrinunciabile alla dignità. Quelle donne lasceranno l’Iran ma l’Iran non lascerà loro. Un film commovente, espressivo, vero che ci rende impotenti di fronte a una realtà impossibile da accettare e che ha scarse probabilità di cambiare. Se ne consiglia la visione.
data di pubblicazione:29/11/2024
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