INGANNO di Pappi Corsicato – 6 episodi su Netflix, 2024

Non suoni auto-ironico il titolo. L’inganno non è portato al cuore e alle emozioni degli utenti per una delle rarissima produzioni Netflix in versione italiana. Classificata al rango n. 2 tra le serie più viste, esportata massicciamente all’estero per il probabile raccapriccio di Nanni Moretti, incentra il focus sulla figura di Guerritore nei panni di una sessantenne.

Le telenovele sono fatte di ingredienti. Quelli che su cui il Trio esercitava le sue riletture. L’input di partenza appare stimolante: l’amore (interessato, pare) tra un trentenne e una sessantenne. Guerritore non esita a esporre impudicamente il suo corpo che appare in condizioni migliori del viso tormentato. Si spoglia a profusione senza nascondere nulla e senza ricorrere alla controfigura. Il valore della recitazione corale si appoggia tutto su di lei perché il resto del cast, regia compresa, assolve un compitino striminzito. Ma a lungo andare l’esuberanza dei personaggi, il ricorso alle cartoline campane (Cilento e Amalfi) è il troppo che stroppia e che fa prendere alla serie l’andamento già adombrato di una telenovela. Non manca nulla: le storie gay, la donna incinta con un padre riluttante, i tradimenti assortiti (non drammatizziamo, è solo questione di corna, banalizzando Truffaut). Allungando il brodo alla fine si perviene all’happy end e alla completa riconciliazione familiare. Personaggi che si odiavano si abbracciano ed è tutto risolto con buona pace dei Tribunali e della Polizia nel virtuale omaggio ai valori della famiglia. Nel montaggio particolari inspiegabili. Quando il trentenne amante dal fisico culturista parte in missione con la barca nessuno spiega il motivo del suo inopinato ritorno. Non bisogna farsi troppe domande per un prodotto seriale che piace. Del resto se Temptation’s Island è in testa agli indici di ascolto un motivo esiziale nel gusto degli italiani sarà pure possibile trovarlo. La location di un lussuoso albergo ammortizza i costi.

data di pubblicazione:14/10/2024

1 commento

  1. L’analisi è piacevole, più della serie. Qui definita – e non a torto – una “telenovela”. L’importante è saperlo, qualcuno dovrebbe avvisarci prima. Come nelle fiabe, dove il “c’era una volta” iniziale anticipa che siamo nell’ambito del “meraviglioso”, per cui diamo per buono che ci saranno unicorni e fate (sempre nudi magari no). In questa “serie” ci saremmo aspettati qualcosa di più: il diritto di una donna matura a “scegliere” per sé anche fuori da certi pregiudizi o convenzioni, per dirne una. Alla prossima, speriamo.

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