Un road movie che curiosamente passa su Netflix senza trovare per ora un adeguato passaggio nei circuiti italiani. Eppure trattasi di un blockbuster di sicuro richiamo adrenalinico se ci si abbandona al parossistico climax dei film americani al di là di ogni possibile verosimiglianza. La copia Wahlberg (stranito quanto basta)-Berry funziona. Lei, abbandonati i ruoli sexy che sfruttavano il suo corpo statuario, è un agente segreto a prova di stuntwoman.
Union è un corpo parallelo al servizio degli Stati Uniti. Come la Cia o l’Fbi. Omogeneo alle altre istituzioni ma fino a un certo punto. Gioco di spie con tradimenti anche familiari. La prerogativa del film è il ritmo, Tenerti sempre sulle spine muovendo continuamente possibili sorprese. Così il protagonista maschile viene rimosso dalle pigre e consolidate abitudine per diventare un punto di forza di questa Spectre. Un film che non lascia tracce o segni ma che comunque tiene inchiodato lo spettatore anche se la fine è nota, l’happy end e la storiellina d’amore dietro l’angolo. Progressivamente un senso di ripetitività ti coglie nell’orgasmo della concitazione fatta di inseguimenti, cruente esecuzioni e giravolte narrative. Come se l’opera lasciasse una traccia per un possibile sequel. Wahlberg è sornione quanto basta. Produzione che non bada a spese e che nel momento clou si arrocca addirittura nella meravigliosa Istria da cartolina con il facile riconoscimento di Capodistria. L’ironia nei dialoghi è sempre dietro l’angolo, a volte celata ma se attenti si può cogliere. Tra l’altro la realtà non è troppo diversa considerando tutte le guerre scatenate dagli Usa in giro per il mondo con il pretesto di restaurare la democrazia. I cattivi nel film sono inevitabilmente i russi e gli iraniani. Ma tratti si può collaborare anche con loro perché il mondo delle spie gode di una narrazione imperscrutabile.
data di pubblicazione:09/09/2024
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