Un nutrito stormo di uccelli, ciascuno di specie diversa, si lascia convincere dall’Upupa a intraprendere un lungo e avventuroso viaggio. La meta è ambiziosa: raggiungere la Montagna di Kafh dove dimora il re Simourgh, saggio capace di rispondere a tutte le domande. Partiranno in tanti ma arriveranno in pochi. C’è chi abbandona il volo per paura, c’è chi non ce la farà ad affrontare le innumerevoli avversità. Solo la forza dell’Amore guiderà i superstiti verso l’agognato traguardo…
Michele Fasano scrive, dirige e si autoproduce un film di animazione che ha già fatto il giro del mondo e ottenuto decine di premi in importanti festival internazionali. Le immagini coloratissime degli uccelli, in volo verso il loro obiettivo, vengono associate in maniera vincolante a quattro personaggi reali, diversi per età, genere, cultura e religione. Loro hanno una propria identità: Monika (Albania), Abdurrahman (Turchia), Jihad (Siria) e Susan (Israele). Il regista ci conduce attraverso vari paesi per raccontare di come nasce una guerra, come si genera l’odio interrazziale e interreligioso, come la Via dell’Amore sia l’unico mezzo per arrivare al dialogo. La voce narrante ci rimanda ai testi religiosi della Torah, riferimento centrale dell’ebraismo, e del Corano il testo sacro dell’Islam. Il tutto per dimostrare che le varie religioni sono solo le diverse sfaccettature di un Logos che sotto varie forme e culture definisce l’idea di Dio. Ispirandosi ad un poema di Farid al-Din ‘Attar, persiano del dodicesimo secolo, Fasano riesce a conquistare lentamente l’attenzione del pubblico e a portarlo a riflettere sulle meschinità del potere. Triste pensare come le convinzioni di pochi possano essere imposte a molti, obbligati a sacrificare la propria vita in cambio della presunta salvezza eterna. Un messaggio quindi trasversale che supera le ideologie più fondamentaliste per riportarci all’essenza della vita e dell’universo. Un film che sicuramente non lascia indifferenti, rivolto a un pubblico sensibile, disposto a fermarsi anche per un attimo per meditare su quello che siamo e verso cosa ci incamminiamo, tra il caos e un mondo di tenebra. Occorre quindi ripartire dal canto e dalla poesia per nutrire civiltà e politica?
data di pubblicazione:16/05/2024
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