regia di Paolo Vanacore, con Riccardo Bàrbera, Roberto D’Alessandro e Antonello Pascale
(Teatro 7 Off – Roma, 2/12 maggio 2024)
Esterino ha otto anni e parla nei sogni con il nonno defunto. Preoccupati, i genitori lo mandano in analisi dal dottor Bellachioma. Ma il medico è un cialtrone disonesto, preoccupato unicamente di spillare soldi ai propri clienti. Per fortuna Esterino è un bambino sveglio e non ha bisogno delle cure dell’inabile dottore. (foto di Manuela Giusto)
Cosa hanno in comune l’Austria e l’Italia? Nulla, se il terreno di confronto è la psicanalisi. I capisaldi della scienza che si prefigge di curare i disturbi della mente nata con Sigmund Freud vengono smontati dalle domande e dalle considerazioni di un bambino di soli otto anni in cura da un medico cialtrone. E la proverbiale sapienza popolare all’italiana, con la sua scanzonata praticità a cavarsela in ogni situazione, vince sopra ogni teoria.
Tenero e divertente racconto che pone al centro l’affetto di un nonno per il nipote preferito, Esterino è il nuovo lavoro del commediografo Marco Rinaldi in scena fino a domenica al Teatro 7 Off dove ha debuttato in prima assoluta lo scorso 2 maggio per la regia di Paolo Vanacore, prodotto da CMR Project Camera Musicale Romana.
Per il piccolo Esterino, nonno Lello è un punto di riferimento. Gli piace sedere accanto al nonno e ascoltare i suoi assurdi racconti di quando era cacciatore di prede in Africa, anche se alle giraffe e agli elefanti preferiva di gran lunga le donne. Quando muore però Esterino non rimane da solo perché il defunto nonno torna a trovarlo nei sogni. Allarmati dal fatto che queste apparizioni siano solo il frutto dell’immaginazione turbata del bambino, i genitori mandano il piccolo in analisi. Ma il dottor Bellachioma, psicanalista imbroglione, è preoccupato più per i soldi che per la salute dei suoi pazienti. Esterino non fatica a tenere testa con la sua semplice logica e con i consigli del nonno che continua a visitarlo nei sogni alle astruse e inconcludenti teorie del seducente dottore. E così, nella battaglia che alterna sogno e realtà, questa favola si chiude con la consapevolezza che nella vita per crescere occorre prendere le cose per come vengono. L’esperienza ci aiuterà a risolvere i problemi, non di certo la psicoanalisi che ne esce ammaccata e sminuita.
Nel dirigere questo spettacolo, Paolo Vanacore sceglie di raccontare la storia in modo coerente e chiaro sdoppiando i piani della recitazione oltre e aldiquà di un velo. Il mondo dei sogni rimane così separato dallo studio del dottor Bellachioma, con le sue immancabili poltrone da terapia (la scena è di Alessandro Chiti). Fanno da collante al susseguirsi delle scene le musiche originali composte da Alessandro Panatteri, che riflettono il fare scanzonato e burlone della commedia. Ottima la prova del trio Bàrbera-D’Alessandro-Pascale, la cui inventiva e esperienza sul palco salva una commedia altrimenti debole dal punto di vista dell’intreccio, che fonda il suo potenziale comico solo nel farsi beffe della psicologia.
data di pubblicazione:7/05/2024
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