diretto e interpretato da Angela Ciaburri, musiche dal vivo di Munendo
(Teatro Cometa OFF – Roma, 27/29 marzo 2024)
Angela Ciaburri duetta sul palco con il musicista romano Munendo. Insieme disegnano le tappe del percorso di preparazione che ha portato Kathrine Switzer a diventare la prima atleta donna al mondo a correre una maratona. Una storia che ha per protagonista la sfida (vinta) a sé stessi e al pregiudizio del senso comune.
Un barattolo di zuppa al pomodoro Campbell è così facile da aprire che anche una donna riuscirebbe a farlo. Su questa incontrovertibile provocazione si intreccia il racconto biografico di Kathrine Switzer, la prima donna a correre una maratona quando la disciplina era riservata ai soli uomini (il corpo delle donne era considerato troppo fragile per affrontare la sfida). È il 1967, la maratona è quella di Boston e nella società i ruoli di donna e uomo sono ancora pregiudizialmente definiti. Kathrine, classe 1947, elude i controlli degli organizzatori e si iscrive alla corsa guadagnando il numero di pettorale 261. Un giudice di gara la strattona, ma lei rimane al suo posto riuscendo comunque a raggiungere il traguardo. Quella corsa è una guerra che deve assolutamente vincere. Per sé e per tutte le donne che verranno dopo di lei.
Tuttavia questo è solo il felice epilogo di Chilometro_42. Tutto il resto della scrittura drammaturgica, complesso e ritmato lavoro di Giovanni Bonacci nato in collaborazione con progetto SUPERFICIE di Matteo Santilli e sviluppato in sinergia con l’interprete Angela Ciaburri e il cantautore Armando Valletta in arte Munendo, ripercorre le tappe della vita della maratoneta statunitense. Kathrine è una ragazzina che vive la fatica della crescita, del cambiamento. Sente di essere diversa dalle altre ragazze. Non si accontenta di far parte delle cheerleader. Vuole qualcosa di più, ma per ottenerlo deve anche soffrire, accettare la sconfitta e le cadute. Sopportare la violenza di un paese che ti vuole vincitrice ma che poi ti lascia sola nei momenti di fragilità. Indovinata la digressione su Simone Biles, la grande ginnasta più volte campionessa mondiale, rimasta vittima degli abusi sessuali del medico della nazionale. Kathrine non è la sola a combattere per la propria affermazione.
La performance di Angela Ciaburri è coinvolgente, viene voglia di tifare per lei come dagli spalti di un campo di allenamento. La fatica che fa sul palco sembra estenuante, eppure arriva vincitrice al traguardo dell’applauso. La ricca impalcatura sonora di Munendo enfatizza e contestualizza la sua prova. Si fonde con il monologo, tanto da diventare un’estensione dei pensieri della ragazza. Stimola la fantasia dello spettatore creando nella sua mente immagini che sopperiscono alla mancanza di scenografia. Appaiono i muri di persone attorno al tracciato della maratona. Appare la cameretta dove Kathrine prova le coreografie da cheerleader. Appaiono i campi degli allenamenti, con i prati erbosi e le tribune.
Per paradosso lo scopo non è il podio. Il successo non si misura in tempi record e chilometri percorsi. Si vince ascoltando sé stessi, nella scoperta e nel superamento dei propri limiti. Nella sfida alle proprie paure e alle gabbie imposte dalla società. Perché la vera vittoria coincide con il raggiungimento della libertà.
data di pubblicazione:05/04/2024
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