regia e adatgtamento di Fabio Gravina, con Mara Liuzzi, Antonio Lubrano, Paola Fulciniti, Eduardo Ricciardelli, Floria Giannattasio, Raffaele Balzano, Carmine Iannone, scene e costumi di Francesco De Summa, musiche di Mariano Perrella
(Teatro Prati – Roma, 9 febbraio/24 marzo 2024)
Continua il festival Scarpetta nel 26esimo anno di di attività del teatro legato a Fabio Gravina. I consueti tre tempi incalzanti, comici, ritmici, senza pausa per l’abituale successo di pubblico. Compagna affiatata dalla collaudata sinergia attoriale.
Siete capaci di trovare uno spettacolo nella stagione ‘23-24 sulla piazza di Roma che abbia una tenuta di un mese e mezzo? Il record stai qui ed è forse anche nazionale senza la pretesa di rivaleggiare con il primato di resistenza britannico di The Mousetrap tratto da Agatha Christie. Il segreto è che si può fare dignitosamente teatro leggero e non serioso, con gli stilemi di una farsa con rigore filologico e massima rispetto per le intricate trame di Scarpetta, anticipatore della regia dei De Filippo. Gravina è travolgente ma non sovrasta i bravi solisti del suo gruppo, rappresentando per l’ennesima volta le disavventure di Felice Sciosciammocca, vessato da una moglie che detiene il passaporto di casa e che per opportunità sarà disposta a passare sopra a un suo annoso tradimento. I protagonisti principali hanno quasi tutti qualcosa da nascondere nel gioco delle imposture e dei ritrovamenti. Ma nel finale tutti conti tornano: la pace in famiglia è di nuovo scritta e con essa il lasciapassare per il contrastato matrimonio della figlia di casa. Dialetto napoletano aggirabile anche per i romani, tinto di una vivacità viscerale che quasi parla da sé. Gravina ribadisce la fiducia nella farsa, repertorio a cui appartengono di diritto Curcio, Fayad e Feydeau. Per concludere la stagione manca solo un ultimo atto, anzi tre, ancora legati al nome di Scarpetta, nel segno di un teatro a suo modo resistente alle mode.
data di pubblicazione:08/03/2024
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