tratto da Giuseppe Fava, con Claudio Pomponi e Marco Aiello
(Teatro Lo Spazio – Roma, 1/2 febbraio 2024)
Tratto da uno dei lavori dello scrittore e giornalista siciliano Giuseppe Fava, lo spettacolo della coppia artistica Aiello/Pomponi accende un riflettore sui personaggi di Pupa e Orlando. Guitti emarginati, trascinano per le piazze il loro carrozzone di violenza e sopraffazione, dando spettacolo di un’esistenza ai margini di una società troppo spesso ingiusta e incurante.
Sembra che non si faccia mai pienamente giorno nella vita di Pupa e Orlando. La notte li circonda e nasconde la vergogna di una vita vissuta alla periferia di tutto, nella povertà. La scena è scarna e gli elementi scenografici essenziali. Nel buio si consuma la violenza. Nessuno accorre a riscattare chi, per campare, offre il triste spettacolo di sé nell’attesa di ricevere una ricompensa che verrà magra e insufficiente.
È questa la cifra stilistica scelta da Claudio Pomponi e Marco Aiello per il loro Pupa e Orlando, uno spettacolo ritagliato intorno alla loro bravura artistica di interpreti e registi. Il testo è basato su Foemina Ridens (1980) dello scrittore, giornalista e drammaturgo siciliano Giuseppe Fava, assassinato dalla mafia nel 1984 per le sue inchieste di denuncia, davanti al teatro Verga – sede dello stabile catanese – nella via che oggi porta il suo nome.
La storia si compone di quadri che ricostruiscono la vicenda umana di Pupa, una prostituta che si innamora facilmente di ogni uomo che incontra. È Claudio Pomponi a vestirne i panni, ma non c’entra il travestitismo. Pupa è una donna, espressione di tutte le donne come l’ha voluta l’autore. Che sia un uomo a vestirne i panni non fa che spingere ancora più a margine la desolazione della sua esistenza, ad accentuarne la fragile verità. Come del resto fa anche la scelta dell’ampio utilizzo del dialetto. Figlia della terra, ancora giovane rimane incinta di Michele, un malavitoso che ben presto verrà assassinato dalla polizia. Chiamata a testimoniare in tribunale, finisce per essere incarcerata per concorso in omicidio. Il calvario prosegue e il figlio che partorisce tra le sbarre le verrà portato via. L’amore per questa creatura sarà il tormento che accompagnerà le sue notti.
Nel suo peregrinare incontra Orlando (Marco Aiello), un ladro e pappone finto prestigiatore, che illude il pubblico di far tornare vergine la sua compagna tutte le sere. Pupa improvvisa balli sensuali sulle note blues suonate dall’armonica di Orlando, ma spesso le danze si risolvono in una baraonda caotica e violenta di botte e spintoni (una coreografia improvvisata che purtroppo manca di armonia). I due divergono sul racconto della verità. I dialoghi tra loro portano solo al conflitto, mentre i monologhi, impalcatura della narrazione, sono le occasioni per presentare la propria difesa. Spetta al pubblico giudicare. Ma questo, distante e indifferente, rimane come sempre silenzioso davanti allo spettacolo della sofferenza di qualcun altro.
data di pubblicazione:03/02/2024
Il nostro voto:
0 commenti