Julian, già espulso dalla scuola per atti di bullismo verso un compagno, si trova un giorno a casa da solo con nonna Sara che vive a Parigi. L’anziana donna cercherà di raccontare al nipote della sua infanzia e di come, da ebrea, sia riuscita a sfuggire alle persecuzioni da parte dei nazisti che avevano occupato la Francia. A salvarla era stato un bambino affetto da poliomielite e deriso dai compagni per la sua disabilità. Una storia triste che farà riflettere il ragazzo e lo porterà ad avere più rispetto verso gli altri…
Marc Forster, talentuoso regista tedesco formatosi presso l’Università di Cinematografia di New York, ha firmato e diretto film di grande successo ottenendo persino una candidatura agli Oscar per L’ombra della vita e una nomination per Neverland. Wonder: White Bird è il sequel di Wonder, di Stephen Chbosky, film del 2017 che ebbe un enorme successo ed era basato sull’omonima graphic novel di R.J. Palacio. Marc Forster riprende la storia di Julian, un adolescente viziato che ama bullizzare i compagni più deboli. Anche nella nuova scuola, dopo essere stato espulso dalla precedente per il suo comportamento, il ragazzo fa fatica ad inserirsi mostrandosi altezzoso e scostante anche nei confronti di coloro che invece gli si rivolgono con gentilezza e attenzione. Il racconto che nonna Sara farà della sua infanzia, delle difficoltà subite durante l’occupazione nazista nel paese francese dove viveva con i genitori, farà (forse) ravvedere il giovane che cercherà ora di essere più prudente nel relazionarsi con gli altri compagni a scuola. L’anziana donna cercherà di mitigare la drammaticità della storia addolcendola con elementi di fantasia, trovata questa che rende in parte più leggera la tragedia da lei stessa vissuta e subita. La giovane Sara, salvata da un suo compagno di scuola e dalla sua famiglia, imparerà presto a sopravvivere durante l’occupazione fantasticando con il suo quaderno e con le sue matite colorate, immaginando di viaggiare in mondi a lei sconosciuti, aiutata dall’amore della sua nuova famiglia. Una favola quindi ben raccontata da nonna Sara, interpretata dal Premio Oscar Helen Mirren, che se da un lato può sembrare sdolcinata e fuori posto rispetto alla cornice in cui viene inserita, di contro invece ha il vantaggio di essere didascalica e funzionale al messaggio trasversale che vuole lanciare ai giovani di oggi. Come viene garbatamente detto nel film di Forster: il mondo della realtà ha i suoi limiti, mentre quello dell’immaginazione non conosce confini. Un film tutto sommato ben riuscito, senza grandi pretese ma che riesce a farsi seguire con interesse facendoci scoprire cose nuove o forse dimenticate su ciò che ha significato la storia di quegli anni.
data di pubblicazione:03/01/2024
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