(Teatro delle Muse – Roma, 5/15 ottobre)
Difficile immaginare il carattere malizioso del ridimensionamento. Questioni di corpo più che di cuore. In effetti la farsa mira alla pancia dello spettatore, non si pone questioni di politicamente corretto ma attinge alla polpa popolare della comicità. In questo senso lo spettacolo, nei limiti riconoscibilii del genere, va pienamente a segno.
Onore al merito di Geppi De Stasio che quasi monopolizza la stagione in fieri del Teatro di cui è fiero protagonista. In scena un chirurgo plastico che fa uso e abuso della professione ma che impatta in un cliente particolare, un mafioso che vuole ritoccare i propri parametri sessuali e nella massima segretezza. Una morale spregiudicata di pura attrazione fisica domina lo spettacolo con le figure femminili della moglie e della suocera che non si pongono troppi problemi di legame nel reclamare la propria agognata soddisfazione. Due tempi snelli con un secondo ellittico che risparmia inutili tergiversamenti e va dritto al sodo verso un inaspettato colpo di scena che rovescia perentoriamente i rapporti di forza. Si ride, a volte senza ritegno, per l’originalità del plot. all’altezza del mainstream e dei tempi. Di Stasio tocca vari registri del proprio repertorio: arroganza, sudditanza, furbizia e, alla fine, segna un gol in contropiede. Non c’è volgarità nella trama nonostante la delicatezza del tema trattato. Un sorriso sulle labbra è la richiesta che viene inconsciamente fatta al pubblico e la risposta della platea è positiva. Cast affiatato e brava la Sanzò a recitare double face: dai modesti panni di una donna sciatta e dimessa allo sfarfallante look da pin up in cui rivela tutta la propria seducente procacità, qualcosa di praticamente irresistibile. Quanto ai malviventi sono anch’essi pienamente in parte.
data di pubblicazione:09/10/2023
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