(Teatro Vittoria -Roma, 21/26 febbraio 2023)
Gli anni sono 70, il periodo d’oro forse è alle spalle ma Pablito è ancora in grado di sorprenderti in uno spettacolo che apparentemente non ha copione né capo né coda ma che in realtà si fonda su una struttura solida eppure di grande spontaneità.
Paolo Rossi si offre coram populo per matrimoni, battesimi, feste di piazza, circoncisioni. Nel consueto ritrovo del Vittoria dà vita a un cabaret condito di musica in cui rinnega le hit che il pubblico gli suggerisce inserendo brandelli di satira non più appoggiata alla politica. Semmai ai grandi obiettivi ci arriva di rimbalzo, indirettamente, ammiccando, richiedendo allo spettatore una lettura filtrata. Così Berlusconi, la famiglia Agnelli (in particolare Gianni), il Pd, diventano solo un filo rosso di sottotesto stimolante nella sua corrosiva comicità. Si rende e conto che il momento dell’aggressione diretta è finita e non può parlare di una realtà politica che giorno per giorno dispensa fior di naturale comicità sua sponte. Riconosce che quel filone gli ha assicurato un grande benessere anche se è vero che i soldi del periodo d’oro li ha spesi tutti. Così suggestiona il pubblico con quell’affabulazione spezzata, un po’ ubriaca e sghemba, che è il suo marchio di fabbrica della parola da un trentennio. Nelle due ore in scena ci sono tanti omaggi a Enzo Jannacci e anche un gustoso sketch sulla perdita della memoria di Felice Andreasi. La musica è pane e companatico con l’affiatato trio che lo segue sin dai tempi della massima fama televisiva. E un pubblico complice tutto per lui richiede un bis inevitabile. Il plot risolvere i conflitti suoi e del pubblico nell’ansia di rievocare sogni luglio, storie, che aiutano a resistere “a scegliere tra il pane e la libertà”. Un programma che ricorda molto il titolo di un film di Ken Loach.
data di pubblicazione:25/02/2023
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