(Teatro Basilica di Roma, 1/11 dicembre 2022)
I tradimenti di Pinter nel fedele tradimento (ossimoro) di Sinisi. Ardita e felice rivisitazione di un quasi classico del teatro inglese. Perfetta sinergia del trittico attoriale e le sorprese in scena non mancano nel sobrio fondale del teatro. Tipo polli in cottura con la fiamma ossidrica e metaforica polvere a indicare la consunzione di un rapporto.
Nel teatro di parola e di conflitto la fondamentale presenza del silenzio. Attimi interminabili che fissano il gioco a tre. Abolita ogni pretesa di perfetta cronologia nel’arco di un decennio si sviluppa l’amicizia e il disvelamento di un tradimento. Notizia non così misteriosa sulla cui genesi ballano quattro anni. L’amante è incupito e perplesso, il tradito si macera dentro, non la da a vedere la sofferenza, spara parole con impressionante velocità. E la concupita tra i due, tra un viaggio in Italia con il marito nella mitizzata Torcello (e qualche acidula notazione sul carattere degli italiani) si barcamena con i routiniari pomeriggi di libero amore con l’amante in un appartamento che non riesce a diventare casa. In Inghilterra e nello spettacolo si beve molto, anzi quasi non si riesce a vivere l’emotività se non con un ingrediente alcoolico che in questo caso nella finzione è prosecco. La Medri strabilia da provetta ballerina rock (Madonna, Clash, The Cure, etc) in un siparietto con alcune delle hit di quegli anni a ritmi da discoteca, perfetta danseuse mentre l’amante, che si è dichiarato da ubriaco e proprio il giorno del matrimonio del suo migliore amico (ha fatto il testimone) si compiace a guardarla. Il tradimento come frattura, iato, strappo, Buffo pensare che la data di partenza è ’68 mentre il capolinea è il ’77. Numeri casuali? Nei settanta minuti di svolgimento una scena di grande simulata violenza. Il marito prende a calci la moglie con efferatezza. Spettacolo che scuote con parole e azioni, quasi una frustata scenica.
data di pubblicazione:11/12/2022
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