(Festa del Cinema di Roma, 13/23 Ottobre 2022)
Jack Foley (Russel Crowe) è un giocatore d’azzardo divenuto miliardario con i diritti di un software da lui inventato. Ad un punto cruciale della sua vita riunisce i più cari amici d’infanzia in una sua lussuosa villa per una partita di poker. La partita è un pretesto, il suo piano è portarli davanti alla verità delle loro vite ed al di là dei loro intimi segreti. Ci sono però alcuni imprevisti che sconvolgono il piano originario …
Immersi nell’oceano di apparenza, di superficialità e grossolanità che ci circonda e che manifestano i nostri cosiddetti modelli sociali, non riusciamo nemmeno ad immaginare che in altri contesti sociali, culturali e religiosi chi è stato baciato dalla Fortuna e dal Successo possa avere dei valori e dei sentimenti morali e spirituali e che li professi. Russel Crowe sembra proprio averli e crederci e non avere timore di parlarne nei suoi film.
Dopo i discreti apprezzamenti avuti nel 2014 con il suo esordio alla regia con The Water Diviner in cui toccava (in un mix di film di guerra e di commedia romantica) il tema del rispetto per il dolore e della memoria degli scomparsi, è stata presentata alla Festa la sua opera seconda. Poker Face ha avuto diverse traversie produttive e Russel Crowe ne ha scritto la sceneggiatura, lo ha diretto ed interpretato.
Diciamolo subito, non si tratta certo di un capolavoro, ma credo che ciò non fosse nemmeno nelle pretese di chi lo ha realizzato. È solo un discreto film commerciale, un più che discreto B Movie e nulla di più. Ma perché mai da Crowe dovevamo aspettarci per forza un capolavoro? e perché doverlo quindi criticare se non ce lo ha dato? Il suo film è un onesto prodotto, nulla di più, e ne ha tutte le caratteristiche nel bene e nel male, semmai unisce e mischia diversi generi e tipi: il thriller, lo psicologico, il film introspettivo, il film sul gioco, sull’amicizia o d’azione. Indubbiamente la somma di tante componenti narrative, accennate, iniziate e poi abbandonate può creare disorientamento e sembrare che siano fra loro del tutto scollegate. Lo spettatore non perde però totalmente il filo narrativo perché il vero ed unico legante sono Russel Crowe, la sua perplessità davanti alla presa di coscienza della propria umana fragilità ed il significativo quesito sul senso della propria vita e sul proprio lascito esistenziale. Questo è il tema del film.
Certamente i temi evocati non sono di poco conto e di sicuro sono ben superiori alle forze, alle capacità di scrittura ed a quanto il film possa mai riuscire a poter dare, ciò non di meno, sia pure a tratti, ci sono elementi interessanti e di qualità.
Un film dunque sicuramente non perfetto anzi con delle pecche, ma in cui traspaiono però le buone intenzioni, c’è cuore, c’è impegno, ci sono sprazzi di talento, intensità ed onestà. Di certo manca molto la continuità stilistica a causa dei tanti cambi di registro. Pur con questi difetti veniali ed ammissibili in quella che è solo una “seconda prova”, il racconto si segue, la messa in scena è buona, c’è sempre sufficiente tensione, il ritmo ha i suoi tempi ben scanditi e nulla sembra essere affidato al caso. Come dicevamo, il film è essenzialmente retto tutto dall’interpretazione costante e generosa di Russel Crowe che si conferma ancora come un attore dalla recitazione e dalla presenza scenica ammirevole, buono è poi, come sempre in queste produzioni, anche il resto del cast che fa da contorno.
Nell’insieme dei film visti fino ad oggi, anche un B Movie semplicemente discreto come Poker Face riesce a brillare nell’oscurità con solo pochissime altre stelle.
data di pubblicazione:17/10/2022
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