(Teatro Argentina – Roma, 28 aprile/15 maggio 2022)
La Tempesta, dramma che segnò l’addio alle scene di William Shakespeare e universalmente riconosciuto quale potente riflessione sulla libertà di scegliere se vendicarsi o perdonare, è il nuovo atteso spettacolo di Alessandro Serra in scena al Teatro Argentina di Roma (foto di Alessandro Serra).
La Tempesta di Shakespeare è uno dei grandi classici del teatro, un viaggio burrascoso nei sentimenti e nel sovrannaturale, nei territori del potere e dell’odio, ma anche nei lidi del perdono e della rinascita. Il dramma, ambientato su di un’isola imprecisata del Mediterraneo, racconta le vicende di Prospero, il vero duca di Milano, che vive in esilio e che trama per riportare sua figlia Miranda al posto che le spetta, utilizzando illusioni e manipolazioni magiche. Mentre suo fratello Antonio e il suo complice, il re di Napoli Alonso, stanno navigando sul mare di ritorno da Cartagine, il mago invoca una tempesta che rovescia gli incolumi passeggeri sull’isola. Attraverso la magia e con l’aiuto del suo servo Ariel, uno spirito dell’aria, Prospero riesce a rivelare la vera natura di Antonio, a riscattare il re e a far innamorare e sposare sua figlia con il principe di Napoli, Ferdinando.
La vicenda complessa e articolata è tutta incentrata sulla figura di Prospero, il quale, con la sua arte, tesse trame con cui costringe gli altri personaggi a muoversi secondo il proprio volere.
Alessandro Serra realizza una perfetta macchina teatrale, che esalta le scelte registiche, la gestione dello spazio scenico, le relazioni attori ambienti. Un quadrato di legno definisce l’essenza di tutta la vicenda e gestisce e coordina tutte le azioni e tutti i personaggi.
Serra poi riesce a creare con i giochi di luce, una serie di spazi fisici e concettuali con l’ausilio anche di enormi pannelli scorrevoli sul fondale che evocano retropensieri paralleli e sovrapposti un po’ come tutte le figure della tragedia shakespeariana che ruotano attorno alla figura ed alle arti magiche di Prospero, affidato alla solida interpretazione di Marco Sgrosso.
Gioca un ruolo decisivo anche la danza, che scandisce i passaggi della trama, attraverso la figura – forse la più forte dell’intero spettacolo – dello spirito Ariel, interpretato da Chiara Michelini. Tutte interessanti le altre interpretazioni dei naufraghi, alle prese con brame di potere e paure e pentimenti, la figura di Calibano e dei suoi compari.
A tratti lo spettacolo sembra quasi non prendere troppo sul serio l’evoluzione degli eventi, esaltando il lato leggero delle cose. La sensazione è che ciò che conta e che lascia il segno in questa Tempesta stia oltre il teatro, oltre il dialogo in una dimensione più grande, quella, per citare ancora Ariel, dello spirito del teatro.
Alla fine resta, naturalmente, anche il messaggio morale dello spettacolo, ovvero la rinuncia di Prospero alla vendetta. Con la vita che va avanti e l’amore di Miranda e Ferdinando che rigenera e promana fiducia al nuovo corso delle cose.
data di pubblicazione:08/05/2022
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