(Teatro Quirino Gassmann – Roma, 16/28 marzo 2022)
Farsa evergreen con efficace adattamento italiano. La Quattrini vicina agli 80 anni è il trait d’union con la gloriosa storia di uno degli spettacoli di punta della Premiata Ditta Garinei & Giovannini.
Immaginate una commedia di Feydeau riattualizzata per un pubblico borghese dei nostri tempi. Munitevi di una bacchetta magica e riesumate la pochade trenta o quaranta anni dopo i fasti della prima al Sistina. Funziona lo stesso e con vivacità scoppiettante. Tra giochi di porte, scambi di coppie, equivoci, l’ammiccamento al politicamente scorretto sui gay. E con palesi luoghi comuni (il politico con aspirazione all’adulterio, la bonona che non si fa troppi scrupoli, la moglie ancora vogliosa, il portaborse a tutto pronto) rivitalizzati dalla verve degli affiatatissimi attori tra cui non sfigura, nonostante chiari limiti, la stessa Barale. Catania si conosce: un gattone pronto a giocare di rimessa. Ramazzotti è un guastatore comico capace anche di notevoli contorsioni fisiche, vera anima dello spettacolo, oltre che abile manipolatore del progetto originale. E la Quattrini con la sua aria disincantata da oca giuliva (ma fino a un certo punto) che mette a segno zampate esulceranti. Così la mayonese non impazzisce ma si posa su un tessuto di spettacolo divertente e arioso con le brave caratterizzazioni di Marco Cavallaro e Alessandro D’Ambrosi. Contribuisce alla riuscita l’indefettibile scenografia. Un parallepipedo girevole che ci porta all’interno dell’intimità delle stanze da letto fino alla reception, nodo di snodo dei complessi intrighi della piece. La saga di questa commedia porta a raffronti generazionali. Il ruolo della Barale è stato sostenuto in passato da Gloria Guida e Anna Falchi e le motivazioni estetiche sono di facile decifrazione. Era dal 2000 che il progetto originario non veniva ripreso e il riprovarci più di venti anni dopo è segno di calcolato coraggio.
data di pubblicazione:20/03/2022
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