AFTER LOVE di Aleem Khan, 2022

12 Mar 2022 | Accredito Cinema, Novità

Mary vive da anni con Ahmed, di origini pakistane, nei pressi di Dover sulla Manica. Per amore, prima di sposarsi, si è convertita all’Islam accettando con convinzione le regole e le tradizioni che la religione comporta. Dopo la morte improvvisa dell’uomo, Mary scopre per caso nel suo portafoglio il documento d’identità di una certa Genevieve che vive a Calais. Chi sarà mai questa donna francese a lei del tutto sconosciuta? Cosa ha a che fare con suo marito?

 

 

Nato e cresciuto in Inghilterra, Aleem Khan è uno scrittore e regista di estrazione anglo-pakistana. Con il suo film di esordio After love, si propone di risalire alle proprie origini religiose e culturali parlando dell’incontro-scontro tra due donne che si contendono lo stesso uomo musulmano. Dopo essersi conosciute, circostanza abilmente architettata dalla prima mentre ritenuta fortuita dall’altra, sarà un continuo rimbalzare di scoperte e di prese di coscienza. Il tutto per ricostruire la figura di un uomo che per anni era riuscito a vivere una doppia vita, anche se con una certa dose di onestà interiore. La sua morte improvvisa sarà motivo di sconforto per entrambe e soprattutto per il figlio, avuto con Genevieve che dimostra un grande attaccamento al padre ed una aperta dissonanza con la madre.

Quello che rende il film un piccolo capolavoro è proprio l’equilibro perfetto che si viene a creare nel contrapporre due donne abituate a vivere realtà completamente diverse in mondi tradizionalmente opposti. Mary, dopo la morte del marito, inizia ad esplorare la propria identità costruita sulla base di proprie scelte che aveva fatto per amore: è sicuramente una donna europea in tutto ma che si converte per essere accettata dall’entourage del proprio uomo. Diventando un’altra persona, ora come potrà affrontare da sola un’esistenza che in fondo non le appartiene per natura ma solo per scelta? Nello scoprire il lato oscuro di suo marito dovrà imparare, suo malgrado, ad accettare l’altra donna ed entrare in sintonia con quel figlio che lei stessa non era stata capace di dargli. Altro elemento fondamentale della scena riguarda le famose bianche scogliere di Dover, elemento catalizzante che riesce a unire due sponde contrapposte ma paradossalmente vicine. Mary e Genevieve, come Dover e Calais, appartengono a due realtà apparentemente diverse: entrambe hanno in comune l’elaborazione di un lutto al quale erano del tutto impreparate. Joanna Scanlan interpreta egregiamente il ruolo di Mary, anche con il proprio corpo, non dovendo ricorrere spesso alle parole esprimendosi solo con piccoli gesti e con uno sguardo dolce e triste al tempo stesso. Nathalie Richard è invece Genevieve, donna nervosa e impulsiva che invano cerca di conquistare l’affetto del figlio adolescente Solomon (Talid Ariss), anche lui alla scoperta di una propria identità religiosa, oltre che sessuale.

Già da qualche tempo nelle sale, sarà difficile recuperare After love: in un plot di poche pretese si ritrovano un’eleganza e un rigore cinematografici che oggi solo poche pellicole possiedono

data di pubblicazione:12/03/2022


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1 commento

  1. Dopo le lodi (ingiustamente) sperticate mi sono affannato per recuperarne la visione e la delusione è stata totale. I temi e le modalità nell’affrontarle sono sì di fattura “apprezzabile”, ma niente di più! Lo “scontro incontro confronto ” di civiltà e culture è presente da decenni nella cinematografia di oltre manica, dalla quale qua si è citato (copiato) a piene mani! La storia poi è copiata “paro paro” dalle fate ignoranti di oltre 20 anni fa, basta sostituire alla diversità sessuale quella culturale ed etnica. Anche nel film di Ozpetek la vera famiglia era quella alternativa e qui la concretezza della “vera famiglia” è realizzata tramite la presenza del figlio (addirittura omosessuale e proto islamico) … vogliamo aggiungere qualche altro ingrediente alla zuppa per “tentare” di renderla più digeribile?
    A parte (forse ) la sorpresa della scoperta della figlia (nata morta?) della famiglia legale TUTTE le altre scene e “trucchi di sceneggiatura” sono super scontati per chi da qualche decennio frequenta le sale cinematografiche: lo scambio reciproco delle video/audio cassette, la comprensione (quasi complicità) della moglie ufficiale verso il ragazzo omosessuale come scambio di merce per l’accettazione e una infinita quantità di altre cose. Solo una fattura discreta e a tratti pacata (anche fin troppo) riesce a salvare dalla banalità (e il deja vù) un film secondo me TOTALMENTE sopravvalutato! Me ne farò una ragione!!!

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