Laura, finlandese, studia archeologia all’Università di Mosca dove si è facilmente inserita nell’ambiente culturale della città grazie alla sua relazione sentimentale con Irina, affascinante professoressa di letteratura. Insieme hanno progettato di andare a visitare i famosi petroglifi (graffiti rupestri) nei pressi di Murmansk, città russa situata oltre il circolo polare artico. Costretta ad affrontare il lunghissimo viaggio in treno da sola, dal momento che la compagna all’ultimo momento le dichiara forfait, la ragazza dividerà lo scompartimento assegnatole con Ljoha, giovane minatore aggressivo e maschilista.
Dopo La vera storia di Olli Mäki, opera cinematografica di esordio presentata nel 2016 a Cannes dove fu premiata come miglior film nella Sezione Un Certain Regard, il regista finlandese Juho Kuosmanen con Scompartimento n.6 ha ottenuto nel 2021, sempre a Cannes, il Premio Grand Prix Speciale della Giuria nonché la nomination ai Golden Globe 2022. Il film, tratto dall’omonimo romanzo di Rosa Likstrom, affronta in termini molto asciutti il tema della solitudine che coinvolge direttamente i due giovani protagonisti. Laura (Seidi Haarla) si trova a fronteggiare un lunghissimo viaggio in treno che la porterà nella zona più gelida della Russia per studiare alcune famose incisioni preistoriche. Suo malgrado, sarà costretta a dividere il proprio scompartimento con il giovane e invadente minatore Ljoha (Yuriy Borisov) che da subito inizierà a infastidirla con i suoi discorsi litigiosi e irritanti. Sorprendente come il regista riesca ad inquadrare sin dalle prime scene i caratteri dei due personaggi, così diversi tra di loro, che alla fine riusciranno però a trovare un’intesa che solleverà entrambi dal peso dell’emarginazione. Inquadrature con brevi movimenti di camera e una fotografia sgranata e sporca sono i tratti che da subito infastidiscono lo spettatore. Il regista inoltre riesce a fissare l’obiettivo, anche oltre il finestrino del treno, per inquadrare un paesaggio gelido, quasi spettrale, di una ex Unione Sovietica che non riesce ancora a liberarsi del suo passato ingombrante. Il tema della incomunicabilità è frequente nel contesto cinematografico, in questo film Kuosmanen affronta l’argomento con un occhio distante e disinteressato per presentarci due giovani che, nonostante la propria fragilità interiore, hanno comunque voglia di avventura, desiderio di colmare le proprie aspettative. Si percepisce lo stato d’animo dei due protagonisti, capaci di comunicare nel silenzio il proprio disagio interiore e nello stesso tempo consapevoli delle molte affinità che li legano. Non solo un lungo viaggio in treno, che avanza lento tra i desolati e innevati paesaggi della campagna russa, ma piuttosto un cammino interiore alla scoperta di se stessi e di ciò che di avventuroso e affascinante ci possa essere in un incontro, anche se non destinato ad avere un seguito. Il film, che a molti potrà sembrare estremamente fiacco e claustrofobico, visto che si svolge praticamente all’interno dello scompartimento e lungo il corridoio del treno, è sconsigliato ai cultori di action movie e a coloro che gradiscono trovare una happy end in ogni storia. Qui non c’è…
data di pubblicazione:14/02/2022
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