(Galleria Sciarra/Teatro Quirino – Roma, 5 giugno 2021)
Veronica Pivetti in dialogo Pino Strabioli sulle donne e la parità di genere. Monica Guerritore legge alcuni brani tratti dalla drammatica storia raccontata nel suo libro Quel che so di lei. È la donna la protagonista della serata inaugurale degli Spettacoli in galleria, serie di eventi che andranno avanti tutta l’estate organizzati dal teatro Quirino in collaborazione con il bistrot Angolo Sciarra per il patrocinio del Comune di Roma e di ANAC.
La Galleria Sciarra muta anche quest’anno la sua funzione di passaggio tra piazza Santi Apostoli e fontana di Trevi in luogo di eventi e concerti, a cui si potrà assistere consumando al tavolo un aperitivo o una cena. La suggestiva architettura umbertina e le decorazioni del Cellini, che glorificano la figura della donna ottocentesca nelle sue virtù, fanno da cornice e da ispirazione per gli appuntamenti in programma. Il tema affrontato è la parità di genere e lotta alla violenza contro le donne, piaga sociale che si è acuita durante il periodo di chiusura dello scorso anno e che ha portato il Comune di Roma ad aprire nuovi Centri Antiviolenza nel territorio, come ricorda l’Assessora alla Crescita culturale Lorenza Fruci. La cultura della legalità e il rispetto dell’altro e dell’altra sono al centro dell’intervento invece di Giuseppe Busia, Presidente dell’Autorità Anticorruzione (ANAC). È la cultura il veicolo attraverso cui l’artista si carica di una responsabilità sociale inequivocabile: educare le persone al rispetto e all’inclusione, alla conoscenza e alla divulgazione di messaggi positivi per farne uno strumento di denuncia. Nelle parole di Veronica Pivetti, intervistata sul palco da Pino Strabioli per il primo degli incontri che quest’anno precederanno gli spettacoli, è forte la consapevolezza che il teatro, ma parimenti il cinema e la letteratura, hanno questo dovere e questo scopo. Un artista, quando anche è un personaggio pubblico, ha la responsabilità di svolgere il suo mestiere come un atto politico. Così lo ha svolto Carla Fracci, a cui è rivolto un affettuoso ricordo, che non dimenticando le umili origini si è battuta perché la scuola di danza alla Scala fosse accessibile gratuitamente.
In questo contesto si inserisce la storia di femminicidio raccontata da Monica Guerritore, ispirata a un fatto di cronaca accaduto a Roma all’inizio del secolo scorso. La contessa Giulia Trigona è vittima del suo amante in un albergo vicino la stazione durante un piovoso pomeriggio di marzo. L’attrice ripercorre insieme alla donna il buio corridoio che conduce alla stanza dell’omicidio, la numero 8. A quell’appuntamento avrebbe voluto dire addio all’uomo che non amava più. Ma è proprio a questo punto che si ripete lo schema immortale della violenza, quando lei decide di abbassare la guardia concedendosi un’ultima volta. L’uomo non sopporta il rifiuto e il cambiamento della donna, per questo la uccide. Il racconto di cronaca è riportato con algida precisione da Monica Guerritore, un elenco di fatti ore e luoghi. Occorre forza e freddezza per raccontare la verità, per non cedere alla pietosa tentazione di giustificare l’assassino. L’emozione salta fuori quando sono altre donne a entrare nel racconto. Sono i personaggi più significativi interpretati dall’attrice nella sua lunga carriera: Emma Bovary, la Lupa, Oriana Fallaci, Carmen, la Signorina Giulia, Liubov’ Andreevna. Appaiono come fantasmi di un ricordo dalle stanze dell’albergo del delitto. Stralci di dialoghi e volti sbiaditi tornano alla memoria. In Scene da un matrimonio di Ingmar Bergman (la versione teatrale andò in scena nel 1997 per la regia di Gabriele Lavia), Marianne è vittima del tradimento del marito. Durante una lite furibonda lui tenta di sferrarle un calcio ma colpisce, distruggendolo, il water del bagno. Woody Allen trasforma in commedia questo meccanismo di morte e i due protagonisti di Mariti e mogli, Sally e Jack (adattato a teatro dalla Guerritore nel 2016), si ritrovano infine abbracciati. Per rompere la spirale di morte occorre prendere di petto l’amore, stravolgerlo e ricomporlo con fiducia e rispetto. Solo allora si potranno immaginare finali diversi per le tante storie di dolore e violenza, dove il tratto comune sarà solo la leggerezza.
Riprende così l’attività del Quirino, un’istituzione che festeggia quest’anno i suoi 150 anni di attività. È stato facile creare il cartellone, come dice il Direttore artistico Geppy Gleijeses, tanta è la voglia di tornare a fare spettacolo. Prossimo appuntamento sabato 12 giugno con la presentazione del volume di Tiziana Ferrario Uomini è ora di giocare senza falli! e il concerto del siciliano Mario Incudine, D’acqua e di rosi.
data di pubblicazione:11/06/2021
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