(Teatro Belli – Roma, 14/16 novembre 2020)
Debbie e Jack sono una giovane coppia a cui è stata rapita l’unica figlia. Il dolore intrappola i due in un vicolo senza uscita di rinfacci, accuse, disattenzioni e ricordi ormai sfumati.
Si chiude in un forte abbraccio il dolore di Debbie e Jack, genitori della piccola Kimberley, scomparsa una mattina come tante mentre andava a scuola. The early bird gira intorno al vuoto e alla disperazione per questa improvvisa sparizione o rapimento. Invano si tenterà una ricostruzione dettagliata di cosa sia realmente accaduto quella mattina. I ricordi sono nebbiosi e incompleti, la memoria va in frantumi e diventa una gabbia dalla quale è impossibile uscire. È un girotondo infinito quello si vede sulla scena, un girare a vuoto tra hula hoop con cui nessuno giocherà più. La straziante drammaticità di questo evento, racchiusa in un’idea di scrittura piuttosto semplice e breve, si arricchisce di una regia pensata come se fosse un’eterna danza-rituale tra i due sconfitti genitori. Roberto Marra (Jack) e Valentina Corrao (Debbie) sono i giovani interpreti di questa pièce, arricchita dal parallelo disegno drammaturgico delle luci e dei gesti. Impressi in una luce fredda e poco profonda, i loro corpi appaiono come lastre di ghiaccio incastrate in una montagna di pensieri e dimenticanza. Cercano di appoggiarsi l’uno all’altra, ma nessuno dei due è così forte da sostenere tutto il peso della coppia. Il dialogo frammentato si riflette nelle loro movenze lente e disarticolate: non c’è pace o soluzione al loro ragionamento. Il dramma arriva tutto grazie all’interpretazione coerente dei due artisti in scena, ma è Valentina Corrao a distinguersi per naturalezza e concentrazione sul gesto danzante, come sulla fluidità della voce esibita con gradevolezza nel canto e nella recitazione.
data di pubblicazione:17/11/2020
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