La giovane Emily (Lily Collins), quintessenza dell’americana media, affettivamente appagata, entusiasta caratterialmente ed impegnata a far carriera in una società di marketing di Chicago, a seguito di fortuite circostanze è inviata a Parigi presso un’agenzia francese appena acquisita per fornire indirizzi ed indicazioni secondo il punto di vista americano. La candida fanciulla che non sa una parola di francese sfiderà la Francia ed i Parigini in un confronto/scontro di culture fra stereotipi zuccherosi ma mai stucchevoli.
Darren Star sceneggiatore e regista dal tocco magico, creatore di serie di successo come Beverly Hills (1990-2000) e Sex and the City (1998-2004), mischia abilmente un po’ di Sex and the City con un po’ di Il Diavolo veste Prada, un pochino di Amélie e tanta Aria di Parigi ed ecco che ci regala una gentile commedia romantica, leggera, leggera che si basa soprattutto su un confronto di culture, fatto di cliché sui pregiudizi che gli americani hanno sui francesi ed i parigini in particolare e sugli europei in generale. Il Vecchio Continente in contrasto con la frizzante giovane americana, il buon gusto e la raffinatezza che si scontrano con il cattivo gusto e la “simplicity girl”.
Forse i permalosi e suscettibili parigini possono aver ragione ad essere irritati nel vedersi descritti in modo quasi caricaturale: seduttori ed infedeli seriali, poco puliti, inaffidabili, ritardatari … ma, di contro, gli americani appaiono: egocentrici, sempliciotti, arroganti, ignoranti e dediti maniacalmente al lavoro. Una volta tanto fuori dal mirino delle critiche, per noi italiani il giochino di osservare e ridere dei difetti altrui può essere assai divertente.
Le produzioni di Darren Star possono certamente essere accusate di essere solo confezioni spumeggianti ed intercambiabili con un’immagine banale della femminilità moderna e del sesso, può pure darsi, ma, di sicuro, non sono mai noiose. Quest’ultima serie articolata in 10 episodi di soli 30 minuti, pur non avendo il mordente e l’irriverenza delle precedenti è però tecnicamente ben fatta, ben interpretata ed interamente girata a Parigi. Star astutamente usa infatti tutto il fascino di Parigi, bella quanto mai, come vera coprotagonista accanto ad una Lilly Collins che con la sua freschezza ed il suo fascino sbarazzino rende tutto lo spirito frivolo di questa piccola commedia che si può gustare con piacere così come si possono gustare con piacere un buon caffè ed un croissant seduti in un caffè all’aperto di Montmartre o sui Grands Boulevards.
Direi non poco, riuscire a distrarsi con stile ed eleganza in un anno come il 2020!
data di pubblicazione:17/10/2020
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