Petra Delicato, e non Delicado, nella disinvolta versione italica (?), ex avvocato di successo, è un ispettore della squadra mobile di Genova, originaria di Roma sud, antisentimentale, solitaria con un fondo populista, dopo un periodo trascorso a lavorare in archivio viene spostata al settore operativo. Al suo fianco, il vice ispettore Antonio Monte, veneto, vedovo, uomo di vecchio stampo, alquanto disilluso. Insieme indagheranno su quattro casi decisamente scabrosi. Dopo iniziali reciproche divergenze di carattere e di metodo, Petra e Antonio raggiungeranno il giusto equilibrio e formeranno una coppia investigativa caratterizzata da una rara alchimia. Questo il succo della serie, diretta da Maria Sole e Tognazzi e prodotta da Sky
Il commento varia a seconda dei destinatari.
Quanti hanno seguito in TV i quattro episodi (non a caso tratti dai primi quattro romanzi di Alicia Gimenez-Bartlett), senza averne letto i libri, forse hanno trovato accettabili e persino “carine” le indagini della giovane Ispettrice come pure l’ideazione in salsa ligure. Diversamente i lettori di Petra Delicado, da Barcellona (fra cui il sottoscritto), non possono che dolersi della trasposizione a Genova e financo della scelta se non della interpretazione della pur volenterosa Cortellesi, troppo diversa dalla descrizione che ne fa originariamente la scrittrice catalana. Sorge spontaneo, allora, chiedersi che necessità ci fosse di trasferire da Barcellona a Genova una storia, una saga di 11 romanzi, tanto intrisi di cultura non solo ispanica, ma, decisamente catalana. Naturalmente tutto ciò è avvenuto con l’esplicito assenso della Gimenez-Bartlett, ma, senza pensare male, sappiamo delle capacità di convincimento dei grossi network televisivi e quindi poco ci sorprendiamo. Riepilogando, non stiamo dicendo che i quattro episodi siano da distruggere in toto: sarebbe impossibile considerata la maestria dello script originale, ma, a costo di ripeterci, una Petra, romana, così tanto legata ai tic e ai caratteri della Cortellesi poco si adattava alla più marcata e navigata figura della Petra Delicado con la “d” originale. Bene, invece, il co-protagonista che a Barcellona si chiama Fermin Garzon e che qui diventa Antonio Monte. Affidato al bravo Andrea Pennacchi (il Poiana di Propaganda Live) il personaggio ricalca abbastanza fedelmente lo stanco vice dei gialli della Bartlett caratterizzandolo in modo esemplare. Comunque, in qualche modo, le storie reggono, i due non elaborano troppo nel cercare le soluzioni degli enigmi e pur senza avere il physique du ròle dei grandi investigatori, fra una birretta e un bicchiere di vino, portano a casa le soluzioni. Come in tutte le produzioni seriali, belle riprese dall’alto di Genova e di Roma (nel quarto episodio), colonna sonora ricercata e qualche siparietto divertente, connotano il tutto. Considerando che i romanzi della Bartlett sono undici e che ne sono stati realizzati solo i primi quattro non possiamo che attenderci il proseguimento della serie. Serie che, per ora, è visibile su Sky, anche on demand.
data di pubblicazione:07/10/2020
Ho scoperto la Bartlett fin dagli inizi degli anni 2000 ed ho quindi seguito le storie di Petra Delicado man mano che l’autrice cresceva e faceva vivere e crescere, negli anni, una figura complessa, dura, tormentata ma sensibile quale è la poliziotta di Barcellona. Quando certi personaggi letterari divengono quasi un tutt’uno con i loro creatori e sono, nel corso delle storie, ottimamente definiti nelle loro componenti psicologiche e fisiche e sono profondamente legati al contesto socio-culturale delle ambientazioni, è sempre molto difficile la loro trasposizione cinematografica o televisiva. Possono essere accettati solo da quei spettatori che dei loro libri non hanno letto nulla. E’ una regola con rare eccezioni! Una fra tutte il perfetto “Chandleriano ” Ph. Marlowe interpretato da R. Mitchum. L’acuta recensione di Ripoli conferma che non si è sfuggiti da questa regola nemmeno questa volta. come non era andata bene nemmeno la prima serie televisiva spagnola nel lontano 1999. Non tanto per la location a Genova ma perché mancano le atmosfere originarie e soprattutto per la protagonista. La Cortellesi non è infatti credibile. Per quanto si impegni, l’attrice, pur avendo tante frecce al suo arco, non riesce proprio a rendere un personaggio duro, drammatico, tormentato ed insofferente come la Delicado.