Il “Mistero Louise Penny” prosegue! Come era prevedibile è appena uscito per i tipi Einaudi un nuovo libro dell’autrice canadese, scritto nel 2018 è il 14° dei 15 finora realizzati sulle inchieste dell’Ispettore Armand Gamache. E’ una “rincorsa” molto insolita ed un po’ schizofrenica che costringe il lettore italiano (che abbia letto i tre finora pubblicati) in dinamiche e situazioni in cui spesso si fatica a ricostruire le personalità, le psicologie e le evoluzioni maturate nel tempo sia dei personaggi sia dei fatti narrati, privi come si è degli antefatti sulla vita e sulle vicende dell’Ispettore, del suo mondo e dei suoi amici o stretti collaboratori che l’autrice ha invece narrato di romanzo in romanzo con continuità progressiva. Meraviglie del “determinismo editoriale”! Riusciranno a far scattare l’innamoramento fra lettori e personaggi?? Bella scommessa! Vedremo.
In questo romanzo la Penny ci riporta, come al solito, nell’idilliaco villaggio di Tre Pini, il microcosmo in cui Gamache si rifugia ritrovandovi la sua cerchia di amici, un contrasto fra la pace del piccolo centro ed il duro e violento mondo esterno del Québec. L’autrice gioca con il lettore portando avanti varie storie parallele: da una parte un intrigo legato ad una precedente inchiesta a causa della quale l’Ispettore è momentaneamente sospeso dall’incarico in attesa dell’esito delle indagini interne; dall’altra una storia originale e complessa legata ad un testamento molto insolito di cui Gamache è chiamato ad essere “co-esecutore”. L’atmosfera del libro è molto malinconica (l’autrice spiegherà perché), cupa, quasi una sorta di bilancio esistenziale dei personaggi. Ciò non di meno, pur in un “regno delle ombre”, pur in un quadro debordante di tristezza, aggressività ed amarezza c’è sempre una luce di speranza legata al prevalere della lealtà sul tradimento. Lo stile narrativo della Penny ricorda sempre di più quello di Agatha Christie anche se il suo Gamache non ha però molto a che vedere con Hercule Poirot. Al contrario il nostro è un uomo pieno di dubbi, di umanità e di umiltà. Una forza tranquilla, un uomo forse freddo e flemmatico ma un uomo che sa far squadra con i suoi collaboratori.
La psicologia dei vari personaggi è messa in primo piano, le emozioni e le riflessioni prevalgono sempre sull’azione. Il ritmo narrativo è sobrio e costante, scorrevole senza picchi, con sprazzi di humour per dare respiro al lettore. Un lavoro quello della Penny tutto di scavo in profondità ove dramma ed ironia possono coesistere così come la vita con la morte. Il finale riserva alcune rivelazioni sull’evoluzione della serie. Ma erano prevedibili. Il Regno delle Ombre è una lettura piacevole che mantiene quel gusto “di una volta”, una lettura in cui la tensione resta fino alla fine. La scrittrice infatti, malgrado il numero di libri già dedicati all’Ispettore Capo, non sembra affatto perdere né verve né ispirazione e … continua a procedere al suo dolce “ritmo di … valzer lento”.
data di pubblicazione:29/02/2020
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