67 INTERNATIONALE FILMFESTSPIELE – BERLINALE [3]

(Berlino, 9/19 Febbraio 2017)

Apre questa terza giornata berlinese Félicité, il film in concorso di Alain Gomis, francese di nascita ma di origini africane. Félicité è il nome della protagonista, che si guadagna da vivere cantando in un bar di Kinshasa; a seguito di un incidente nel quale il figlio è rimasto gravemente ferito, la donna è costretta per farlo operare a ricorrere alla solidarietà dei suoi poveri ammiratori. Nonostante la tematica affrontata, che sicuramente rimanda alla triste condizione sociale del Congo, il film, di cui Alain Gomis ha curato anche la sceneggiatura, non riesce a coinvolgere più di tanto, e la musica africana che avrebbe potuto essere il collante all’intera storia, non assume invece quella nota di rilievo che ci si sarebbe aspettati. Altro film in concorso è stato Wild Mouse dell’austriaco Josef Hader, opera prima di cui ha curato anche la sceneggiatura oltre a ricoprire il ruolo da protagonista. Georg, esperto critico musicale di una testata giornalistica, si trova dall’oggi al domani licenziato per un problema di riduzione dei costi e quindi, furioso verso il suo ex capo, medita una vendetta che possa in parte compensare la frustrazione subita. Il film, che presenta un lato umoristico anche se a tinte amare, è una drammatica critica alla classe media viennese dove, talvolta, una improvvisa deviazione alle regole borghesi può essere persino tollerata e giustificata. La storia, tuttavia, non riesce proprio ad appassionare. Finalmente, anche se fuori concorso, viene proiettato Final Portrait dell’attore, regista e produttore americano Stanley Tucci, che porta per mano lo spettatore nell’atelier di Alberto Giacometti, dandogli la possibilità di osservare da vicino le stravaganze di questo pittore e scultore svizzero. L’artista propone ad un critico d’arte americano, James Lord, di posare per lui per un ritratto; ma i tempi di gestazione dell’opera saranno enormemente lunghi perché Giacometti, come una bizzarra Penelope, distrugge in un attimo ciò su cui per giorni aveva lavorato, ricoprendo quanto già dipinto per poi iniziare l’opera daccapo. L’attore australiano Geoffrey Rush (vincitore di vari premi internazionali nonché di un Oscar per il film Shine) ricopre il ruolo del protagonista confermando la sua incredibile bravura e versatilità. Da segnalare anche l’interpretazione del bell’attore californiano Armie Hammer nella parte di James, che riesce ad adattare la sua figura aristocratica all’ambiente polveroso e bohemien dell’artista. Il film è divertente, l’ambientazione perfetta, i personaggi riescono veramente a coinvolgere il pubblico. Ecco finalmente l’unico film, seppure fuori concorso, che ha riscattato un’intera giornata altrimenti tragicamente noiosa.

data di pubblicazione:11/02/2017







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