66. INTERNATIONALE FILMFESTSPIELE BERLIN – QUARTA GIORNATA

(Berlino, 11/21 febbraio 2016)

Con la presentazione del film in Concorso Cartas da Guerra del regista portoghese Ivo M. Ferreira è iniziata la quarta giornata della Berlinale. Il film è un epistolario tra il medico militare Antonio, inviato in Angola a combattere una guerra per conto del proprio paese, e la sua amata moglie, incinta al momento del distacco e rimasta ovviamente ad attenderlo in Portogallo. La fotografia in bianco e nero, curata da João Ribeiro, è di grande effetto, mentre la continua lettura fuori campo della corrispondenza quotidianamente inviata è forse l’unica vera pecca del film che, se da un lato potrebbe risultare lirica, dall’altro finisce con il tediare lo spettatore distogliendolo dalla giusta concentrazione che le sue straordinarie immagini richiederebbe. Il protagonista Antonio (Miguel Nunes) e gli altri “commilitoni” riescono a delineare un’idea chiara dell’atrocità di quel conflitto, che ha trasformato gli uomini in insetti che lottano per la sopravvivenza.

A seguire è stata la volta di 24 Weeks, per la regia della tedesca Anne Zohra Berrached che nel 2013 aveva partecipato alla Berlinale con il film Zwei Mütter (Due Madri) segnalato dalla critica internazionale per l’intensità del tema trattato, che anche con questa nuova pellicola affronta una tematica tutta al femminile. Astrid, cabarettista molto apprezzata dal pubblico, rimasta incinta di un bambino che risulterà affetto dalla sindrome di Down, dovrà affrontare da sola il conflitto morale legato alla scelta se abortire nella ultime settimane di gestazione. La protagonista Julia Jentsch  ci offre un’ottima performance perché riesce a trasmettere tutta la sofferenza interiore di una donna che si rende conto quanto dalla sua decisione dipenda non solo la vita del bambino che sente già in grembo, ma anche la propria esistenza e quella delle persone che la circondano.

Ultimo film in Concorso per questa quarta giornata è stato Being 17 del regista francese André Téchiné che porta sul grande schermo le turbolenze affettive di due adolescenti, Damien e Thomas, entrambi diciassettenni, che sono compagni di classe e si odiano a morte, cercando ogni minimo pretesto per prendersi seriamente a pugni. Per una serie di circostanze, complice la madre di Damien che cercherà in tutti i modi di far nascere un’amicizia sincera tra i due, questi affronteranno presto i turbamenti tipici dell’età e finiranno con il seppellire l’ascia di guerra e trasformare il loro rapporto in qualcosa di più profondo. Molto convincente la performance dei due ragazzi, interpretati da Kacey Mottet Klein (Damien) e Corentin Fila (Thomas), che hanno saputo dare una giusta attendibilità al racconto senza cadere in un’inutile retorica, ma portando invece la loro storia in un contesto di assoluta normalità, abbattendo quei pregiudizi di diversità che molti oggi ancora non riescono a fare.

data di pubblicazione:15/02/2016








1 commento

  1. Queste giornate da Berlino sono davvero gustose e per chi come me non riesce in questo momento a seguire il festival, il sito diventa un punto di riferimento. Mi piacerebbe sapere qual è il clima generale, se cioè la popolazione partecipa e in che modo la città risponde. A parte gli orsi sulla metro!

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