(75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia)
Il 22 luglio 2011 l’estremista di destra Anders Behring Breivik in un duplice attentato in Norvegia uccide 77 persone innocenti. Il primo atto terroristico con una autobomba in piena Oslo davanti al palazzo del primo ministro, il secondo, circa due ore dopo, sull’isola di Utoya quando, travestito da poliziotto, spara su dei ragazzi inermi che partecipavano ad un campeggio estivo organizzato dal partito Laburista Norvegese. Praticamente il più cruento attacco criminale che il paese dovrà subire senza poter affrontare con la necessaria tempestività le conseguenze di un gesto folle, ideato da una mente folle con la lucidità e la determinazione che caratterizzano un’impresa terroristica di questa portata.
Il film di Paul Greengrass, regista inglese che ha portato sul grande schermo fiction di grande calibro nonché storie tratte da avvenimenti reali tra cui Bloody Sunday, con il quale nel 2002 vinse l’Orso d’Oro a Berlino, e Captain Phillips-Attacco in mare aperto con il quale nel 2013 ottiene 6 Nomination agli Oscar con Tom Hanks come protagonista. Il lavoro si basa sul libro della giornalista Asne Seierstad Uno di noi che raccoglie la diretta testimonianza di un superstite alla strage seguendo il suo racconto minuzioso prima e durante il processo contro il killer, quest’ultimo interpretato in maniera egregia dall’attore e musicista norvegese Anders Danielsen Lie. Non è la prima volta che la strage di Utoya viene presentata al cinema dal momento che nell’ultima edizione della Berlinale era stato proposto al pubblico U-July 22 del regista Erik Poppe, 72 terribili minuti di piano sequenza cadenzati dai colpi di fucile con cui il terrorista dava la caccia ai fuggitivi. I due film quindi affrontano lo stesso soggetto ma da due angolazioni completamente differenti. Mentre nel film di Poppe lo spettatore condivide con i protagonisti quei momenti di terrore lasciandosi coinvolgere emotivamente vivendo quasi insieme alle vittime ogni istante della strage, mentre la figura del terrorista si intravede appena in un fotogramma, 22 July di Paul Greengrass, presentato in concorso a Venezia, pone in risalto la personalità di colui che organizza l’attentato e soprattutto esamina le motivazioni politiche che lo hanno spinto a organizzare la carneficina. Greengrass stesso afferma che, partendo dall’idea che le vicende del mondo vanno osservate con coraggio per poterle meglio affrontare, con il suo lavoro intende raccontare di quei fatti che sconvolsero l’intera opinione pubblica norvegese lasciando nei sopravvissuti ferite materiali e psicologiche inguaribili.
Tuttavia, al contrario del film di Poppe, decisamente adrenalinico, 22 July di Paul Greengrass pur essendo bene interpretato, soffre di momenti di pura retorica inducendo il pubblico ad abbandonarsi a minuti di noia nonostante si tratti di un action politico che di per sé dovrebbe essere alquanto movimentato.
data di pubblicazione:06/09/2018
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